Nei giorni scorsi si è svolto a Limoges in Francia nella regione della Nouvelle Aquitaine l’incontro di avvio del progetto NATALIE che si propone di accelerare l’adozione di soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions – NBS) per aumentare la resilienza e l’adattamento al cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico comporta sfide a livello urbano e regionale per i nostri territori, ed esse sono sociali, economiche ed ambientali. L’aumento della gravità e della frequenza di eventi meteorologici intensi (ad esempio inondazioni e ondate di calore) e di tendenze climatiche di più lunga durata (ad esempio siccità e innalzamento del livello del mare) creano rischi e conseguenze che si ripercuotono in tutta Europa. In risposta a questa crescente necessità, vari sono i programmi e le politiche messe in atto a tutti i livelli per promuovere l’adattamento a questi impatti, una delle più rilevanti è la Missione per l’Adattamento Climatico della Commissione Europea, di cui la Regione del Veneto risulta firmataria.

Oltre all’adozione di inevitabili misure di adattamento con infrastrutture tradizionali la Commissione Europea promuove l’utilizzo di soluzioni di adattamento basate sulla natura. Tali soluzioni hanno la caratteristica di ispirarsi ai processi naturali per risolvere le minacce ed i potenziali impatti apportati dal cambiamento climatico. Inoltre, il supporto di innovazioni negli ambiti tecnologici, delle scienze sociali ed economico-finanziarie può favorire e potenziare l’adozione di tali soluzioni.

Il progetto NATALIE si pone l’obiettivo di esplorare questi temi avvalendosi del finanziamento del programma Horizon Europe della Commissione Europea, ha una durata di cinque anni con un budget di circa 18 milioni di €, riunisce 42 partner da tredici paesi europei, 8 siti dimostrativi e 5 siti di replica per osservare gli effetti di queste soluzioni.

Uno degli otto siti dimostrativi si trova nella regione Veneto ed è stato proposto dai tre partner italiani: THETIS, Università Iuav di Venezia ed il CONSORZIO di BONIFICA ACQUE RISORGIVE. Nel corso dell’evento la delegazione veneziana (rappresentata da Sebastiano Carrer di Thetis, Vittore Negretto di Iuav, Marco Cavallaro ed Elia Ribon del Consorzio di Bonifica) ha presentato una proposta per attuare la transizione ad un approccio più sostenibile nella manutenzione della rete idrografica scolante nella laguna di Venezia. Il progetto intende sperimentare nuovi sistemi di gestione delle erosioni spondali nei corsi d’acqua basati sulla riduzione di risorse (roccia e legname) che implicano consumo di suolo e sulla riduzione degli impatti legati al trasporto dei materiali. Al contempo tali NBS comporteranno l’incremento della vegetazione ripariale e l’espansione delle fasce tampone, determinando un aumento della biodiversità ed un miglioramento delle funzioni ecologiche dei fiumi.

Gli studi, la realizzazione e il monitoraggio di queste tecniche nel sito dimostrativo di Salzano, precisamente lungo il Rio Roviego, daranno evidenza della fattibilità tecnico-economica e dei benefici dal punto di vista ambientale che questo tipo di intervento comporta. I risultati di questa sperimentazione saranno utili per l’estensione di tale approccio a scala di bacino idrografico e per la replicabilità in altri bacini del nord-est e nei territori europei con sfide climatiche simili.

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